Ibridazioni. Inedite contaminazioni di linguaggi visivi in una rassegna di tre mostre fotografiche di Istituto Italiano di Fotografia
Dal 29 marzo all’8 luglio 2022, Istituto Italiano di Fotografia (IIF) ha proposto la rassegna di tre mostre fotografiche dal titolo “Ibridazioni. Inedite contaminazioni di linguaggi visivi”, a cura di Sanni Agostinelli, presso la IIFWALL (via Enrico Caviglia 3, Milano).
Il direttore di IIF Maurizio Cavalli ha definito questa rassegna espositiva come «un insieme di nuove contaminazioni che si intrecciano, sfumano e si confondono, assumendo parvenze di entità e luoghi surreali, tutti da esplorare e da conoscere attraverso narrazioni visive, a volte ambigue a volte rivelatrici, proprie della fotografia contemporanea dei tre autori ed ex studenti di IIF. L’habitat domestico, la rappresentazione di sé, la relazione con un gruppo di persone al lavoro sono gli intriganti e sfaccettati “mondi emozionali”, indagati con grande sensibilità grazie al talento e alla originalità degli autori in mostra».
La rassegna si è aperta con la mostra “Raw Dreams” di Simone Castiglioni, in mostra dal 29 marzo al 29 aprile. Attraverso il ritratto, l’autore intende creare un contatto intimo e profondo, per portare in superficie un’estrema esasperazione del concetto di catena di montaggio. L’empatia e la conoscenza dei singoli individui inseriti in un ecosistema aziendale trovano un posto assolutamente secondario. I ritratti realizzati in banco ottico ha concesso una via meditativa e interiore nell’analisi e nella narrazione di ogni storia.
“L’autoritratto mi permette di entrare, di dialogare con gli spazi, di giocare con il tempo, di avere uno sguardo doppio. Dentro e fuori l’immagine” scrive di sé Francesca della Toffola, protagonista della seconda mostra “Accerchiati incanti. Come Ofelia” in mostra dal11 maggio al 7 giugno.
La rassegna si è chiusa “Nascondino” di Michela Pastorello, in mostra dal 9 giugno e l’8 luglio. Un progetto fotografico nato dalla riflessione del concetto di habitat e del suo significato: in particolar modo, l’autrice ha voluto rappresentare la sua personale visione della casa e delle emozioni che le trasmette.